Oscar era entrata nella sua
stanza, col fiatone e gli occhi sbarrati: quelli che aveva visto non potevano
essere fantasmi.
“I fantasmi non esistono” si
disse
ma ciò che la sua mente
voleva sostenere ad ogni costo, non era la stessa cosa di ciò che
invece aveva visto. Ad ogni modo Oscar era un tipo razionale e non poteva
credere all’esistenza di entità soprannaturali, quindi si convinse
che ciò che aveva visto era solamente frutto della sua fantasia.
Dopo essersi tranquillizzata, decise di aspettare che fosse servita la
cena facendo una breve visita al palazzo; dall’ultima volta erano passati
circa otto anni perché a causa dei vari impegni a Versailles aveva
avuto poco tempo a disposizione per se stessa e per i viaggi. I domestici
non erano stati avvisati della venuta di Oscar e per questo, adesso, erano
tutti occupati a sistemare. Camminando lungo un corridoio, scorse un quadro
molto familiare… nel quale era ritratta sua madre. Si fermò ad osservarlo
tornando col pensiero indietro nel tempo.
Era a palazzo Jarjayes nel
salotto, vicino al caminetto; era sera e c’era un temporale, si, un temporale
di primavera. In piedi, di fonte al caminetto acceso guardava il quadro
di sua madre. Aveva solo quattordici anni e a quell’età, già
difficile per ogni ragazza, le si era aggiunto il tormento della decisione
che doveva prendere. Sua madre non le era stata tanto vicino durante la
sua infanzia, ma Oscar sapeva che le voleva bene:
“Forse dovrei diventare come
lei” aveva pensato.
Poi, all’improvviso, André
aveva bussato alla porta e Oscar, per non dar modo di mostrare le sue ansie
e i suoi dubbi , si era subito seduta nella poltrona aprendo un libro lì
vicino in una pagina a caso.
La sua reazione era stata molto
chiara: Oscar non voleva mostrarsi dubbiosa, non voleva mostrarsi debole,
non voleva mostrarsi donna.
Chiuse gli occhi. Il quadro
sembrò animarsi di vita propria e le labbra di Mme De Jarjayes pronunciarono
qualcosa che rimbombò nella testa di Oscar come un’eco: André.
Aprì gli occhi di scatto
e se ne andò via a grandi passi.
André, dopo che Girodel
ebbe lasciato il palazzo, aveva cenato insieme a Nanny e poi era andato
nella sua camera. Il Generale Jarjayes aveva accolto di buon grado la proposta
di matrimonio del giovane Girodel, ma gli aveva detto che la decisione
spettava ad Oscar; pur non volendolo ammettere, provava un gran bene per
quella figlia tanto ostinata. Aveva detto a Girodel che Oscar era in Normandia
e che si sarebbe presa una decisione al suo ritorno.
“Chissà che cosa sta
facendo” pensò affacciandosi al balcone. C’era una bella serata:
non c’era freddo, né un alito di vento. Alzò lo sguardo.
La luna piena dominava il cielo insieme ad una miriade di stelle luccicanti.
Si appoggiò al balcone con aria spossata: Oscar… era inevitabile
pensare a lei, la luce che da sempre illuminava il suo cammino; si chiedeva
cosa stesse facendo, cosa stesse pensando.
La cena fu servita. Oscar mangiò
con gusto le squisitezze che le vecchie cuoche le avevano preparato; dopo
Nanny, Rose e Louise si erano occupate di lei ed Oscar, dopo aver finito,
rimase a parlare un po’ con loro. All’inizio le due donne erano rimaste
alquanto perplesse dalla proposta di Oscar di fare quattro chiacchiere:
non era mai successo che un nobile volesse discutere amichevolmente con
un suo dipendente, ma poi, riflettendoci su, non si stupirono più
di tanto visto che Oscar era loro molto affezionata. La verità era
che Oscar voleva evitare di rimanere sola; non era di sua abitudine, ma
aveva quasi paura. Le donne, dopo un breve commento sulla carriera militare
della loro ‘piccola’, le chiesero subito di André, quel bambino
dagli occhi verdi, suo compagno di giochi. Rispose loro che André
stava bene e che era rimasto a palazzo Jarjayes perché aveva delle
cose da fare.
“Scusate madamigella” intervenne
Louise, un’anziana donna dagli occhi azzurri “io avevo l’impressione che
il compito di André fosse quello di starvi accanto e…”
si fermò vedendo il
viso di Oscar abbassato e con un’ombra di tristezza; cambiò discorso:
“Che ore sono? E’ tardi, perché
non andate a dormire? Siete venuta solo oggi e non avete fatto altro che
muovervi su e giù per la tenuta”.
“Come vuoi” disse Oscar, senza
però riuscire a celare la sua profonda tristezza.
Fine 3° parte
Cetty